Reinventarsi come assistente virtuale in Italia

Assistente virtuale in italia

Spesso quando entro in contatto con persone nuove alle quali spiego cosa faccio e come funziona la figura dell’assistente virtuale, ricevo dei complimenti. La frase che mi sento spesso dire è “ brava perché ti sei inventata un lavoro”.

Fare l’assistente virtuale significa davvero inventarsi un lavoro? Ebbene no, io l’ho solo scoperto cercando tra le professioni che si possono svolgere in autonomia senza spostarsi da casa.

La nascita dell’assistenza virtuale

La pioniera di questo mestiere arriva dagli USA e si chiama Anastacia Brice, che nel 1992 iniziò a lavorare a distanza come assistente personale ed organizzando viaggi per i suoi clienti. La sua clientela era internazionale.

Era una vera e propria assistente virtuale, ma ancora non sapeva di esserlo. Il termine assistente virtuale non esisteva ancora.

A metà degli anni novanta Anastacia si avvicinò al mondo del coaching e fece da assistente a Thomas Leonard di CoachU che ha coniato il termine Assistente Virtuale, termine che la stessa Anastacia adottò. Finalmente il lavoro che Anastasia stava svolgendo aveva un nome.

Grazie ai notevoli vantaggi portati nella vita di Thomas, Anastacia diventa famosa come assistente virtuale tra i coach ed altri professionisti.

Una scelta da condividere

Nel 1996 nasce quindi il termine di Virtual Assistant.

Anastacia da li a poco decide di frequentare uno dei corsi di Coach U per imparare ad aiutare gli altri a vivere una vita autentica.

Nel ’97 la rivista “The Secretary” pubblico un articolo in cui la Brice raccontava della sua professione a distanza. Da li moltissime donne la contattarono perché volevano imparare a lavorare da casa sfruttando le competenze già acquisite nel mondo aziendale.

E’ così che Anastacia decise in seguito di fondare AssistU.

Ha incominciato a diffondersi il concetto di VA ed è stato creato un corso di formazione per aspiranti Virtual Assistants.

E’ nata una vera e propria comunità di Assistenti Virtuali, senza rivalità, ma con alla base un supporto reciproco, una vera e propria squadra.

Nel 1999 è nata anche l’associazione internazionale degli assistenti virtuali che rappresenta questa professione nel mondo.

L’assistenza Virtuale in Italia

Ben presto la figura dell’assistente virtuale si espande a macchia d’olio in tutto il mondo specialmente nei paesi anglofoni ed ispanici.

Tra i paesi in cui questa professione sta emergendo c’è l’Italia, dove esiste da alcuni anni.E’ ancora una figura professionale poco conosciuta ed esercitata da poche persone.

Ad oggi non esistono a livello ministeriale certificazioni o attestati riconosciuti dallo stato o dal ministero del lavoro.

Chiunque può diventare assistente virtuale, poiché, come accade spesso per le nuove professioni del web (e non solo), non esistono associazioni ufficiali o albi.

Inoltre in Italia si fa ancora un po’ fatica a delegare. Può capitare che dei potenziali clienti chiedano un incontro conoscitivo di persona e non riescono  ad immaginare un modo di lavorare completamente da remoto. Le persone sono ancora legate ad una visione tradizionale del lavoro in cui la presenza fisica è assolutamente richiesta.

La figura dell’assistente virtuale però sta emergendo sempre maggiore forza. Grazie al lavoro di tutte le AV italiane questa professione si sta espandendo e si sta facendo conoscere.

Sempre più imprenditori e professionisti mostrano grande interesse nel delegare ad un’assistente virtuale parte delle loro attività e si rendono conto di quanto possa essere di beneficio per il loro business.

Reinventarsi

Dopo averti riassunto brevemente la storia dell’assistenza virtuale avrai capito che non mi sono inventata un lavoro, piuttosto ho trovato il lavoro più adatto a me e alla mia vita.

Quando ho scoperto questa professione ho capito che non solo era quello che volevo fare, ma che sarebbe stata  una vera rivoluzione nel futuro del mondo lavorativo.

So come funziona la vita da dipendente, si fanno lunghe code in macchina con l’ansia di dover timbrare il cartellino ed arrivare in orario, a volte sei sommerso di lavoro ed altre non sai più cosa inventarti pur di far vedere che stai facendo qualcosa.  Spesso il lavoro che fai non ti piace o magari non vai d’accordo con le persone con cui lavori.

Spesso sei costretto ad andare lo stesso in ufficio con la febbre o preferiresti rimanere a casa con tuo figlio invece di pagare un asilo che fai fatica a permetterti. A volte farebbe piacere essere presenti in casa, se vivi con un tuo genitore ormai anziano.

Credo che con queste premesse inventarsi un lavoro o meglio reinventare il proprio lavoro sia essenziale per il benessere di ciascuno di noi.

Grazie alle più moderne forme di telelavoro o rivolgendosi a figure professionali come quella dell’assistente virtuale si entra in un circuito di vantaggi sia per chi svolge il lavoro sia per chi lo commissiona.

Il mondo di internet è in costante e crescente evoluzione. Grazie al web è possibile svolgere un gran numero di attività risparmiando tempo e denaro.

Sono convinta che presto, prestissimo una sostanziosa fetta del mercato del lavoro si sposterà online e aziende e professionisti si avvarranno di internet per la loro attività più di quanto non stiano già facendo oggi. Il telelavoro non sarà un privilegio per pochi, ma un diritto per molti e anche le aziende o liberi professionisti potranno contare su professionisti virtuali per ogni esigenza risparmiando e ottimizzando il loro tempo e le loro risorse.