La paura di fallire
Da poco ho lanciato la seconda edizione del mio corso di formazione per assistenti virtuali. A tal proposito ho ricevuto due email in particolare da parte di due ragazze, interessate ad intraprendere la mia professione, che mi hanno colpita perché, dopo avermi raccontato la loro storia e la loro voglia di cambiare lavoro intraprendendo una nuova professione , mi hanno entrambe parlato della loro paura più grande: quella di buttarsi in una nuova avventura e poi fallire.
Apparentemente dietro a quella paura ci sono tante motivazioni tra cui la paura di non riuscire ad ottenere l’indipendenza economica e la paura di non riuscire a far funzionare tutto a livello organizzativo, perché lo sappiamo bene che mettersi in proprio e lavorare da casa non è tutto rose e fiori.
La mia esperienza riguardo alla paura di fallire nella mia attività di assistente virtuale
Sono passati circa 5/6 anni da quando mi sono messa su internet a cercare quasi in modo ossessivo, non te lo nascondo, un tipo di lavoro che potesse andare bene per me. All’epoca non sapevo esattamente cosa cercare, ma sapevo bene cosa non volevo trovare:
- non volevo lavorare fuori casa;
- non volevo un lavoro che non fosse flessibile e che mi costringesse a sottostare a regole altrui che non condividevo;
- non volevo fare qualcosa di poco stimolante e che non mi permettesse di crescere come professionista.
Per farla breve non volevo più lavorare come dipendente in azienda. Il perché è riconducibile al fatto che in passato ho avuto esperienze lavorative belle e altre molto meno, al fatto che non mi è mai andato a genio il dover timbrare il cartellino o il dover chiedere permessi o giustificarmi se dovevo assentarmi dall’ufficio e così via.
Mi sono concentrata tanto nel cercare una professione che soddisfacesse tutte le mie esigenze e che rispecchiasse i miei valori. Non ho mai creduto a chi dice che basta mettere su un blog per guadagnare facilmente “n” mila euro al mese o a chi dice che è facile trovare clienti online usando i social. So e sapevo che non è per nulla facile e che la faccenda è molto più complessa, non impossibile, ma di certo non semplice.
Per cui ho cercato di essere realistica, di stare con i piedi per terra e di cercare una professione in cui non dovessi partire completamente da zero (mi sarebbe piaciuto fare grafica e web design, ma non ne sapevo una cippa di queste cose) e che fosse sostenibile a livello organizzativo (nel mio caso significava cercare qualcosa che si potesse fare da casa e che si potesse mettere in piedi sfruttando i momenti di calma di un inizio maternità) ma anche economico (qualcosa con un investimento iniziale minimo e con una realistica possibilità di guadagnare qualche soldino).
Ricordo bene l’emozione quando ho trovato nell’assistente virtuale la professione che faceva per me. Avrei potuto lavorare da casa o da ovunque avessi voluto, senza sprecare nulla di tutto quello che avevo imparato nelle mie esperienze lavorative precedenti e riuscendo ad imparare un sacco di cose nuove legate per lo più al marketing sul web di cui sapevo ben poco.
L’investimento iniziale per fare l’assistente virtuale era minimo in termini economici rispetto ad altre professioni, ma quando mi sono trovata a dover investire i miei ultimi risparmi per formarmi avevo paura. Avevo una paura incredibile di non riuscire a farcela. Avevo paura di fallire e dover essere costretta a tornare alla mia vita di prima. Ed era proprio questa la molla che ha fatto partire il tutto: il pensiero di dover tornare a lavorare come dipendente, cosa che avrei fatto se la cosa non avesse funzionato, ma che di certo non avrei voluto fare senza almeno aver provato un’altra strada mettendoci tutto l’impegno possibile per far funzionare il tutto. Hai presente quando ti dicono che se non ci provi poi lo rimpiangerai per tutta la vita? Era quello che mi dicevo io: “come faccio a sapere che una cosa non può funzionare se neanche ci provo per paura”?
La paura che mi si era incollata addosso in quel frangente era una paura strana, perché mista ad un enorme entusiasmo.
Quando mi sono buttata in questa nuova avventura ero gasatissima e avevo proprio voglia di arrivare fino in fondo. Mi ricordo quando ad un certo punto dissi al mio compagno: “ci voglio provare costi quel che costi, ma sono sicura che ce la farò”. Mentre pronunciavo quelle parole, però, mi tremavano le gambe.
Cosa mi ha permesso di superare la paura di fallire
In primis ho analizzato la paura.
Cosa mi può succedere se fare l’assistente virtuale non funziona? E la risposta è stata: mi cerco un lavoro qualsiasi senza il cruccio di non aver tentato. Poi riflettendo meglio mi sono anche chiesta se quella paura mi appartenesse davvero o fosse la paura di qualcun altro proiettata su di me. E qui potremmo parlarne per ore, ma il punto è che io ero molto convinta e determinata e non mi facevo condizionare da tutte le convinzioni che avevano le altre persone sul lavoro sicuro, in un’azienda, quello a tempo indeterminato e bla bla bla.
In quel momento io non stavo lavorando, mi sono data qualche mese di tempo, in accordo anche con la mia famiglia e ho colto l’opportunità che avevo davanti.
Certo, mi dirai tu, facile non dar ascolto agli altri e sognare di mettersi in proprio quando hai mille spese e il mutuo da pagare. Vero, verissimo e sai che non consiglierei mai a nessuno di mollare il posto di lavoro con un entrata fissa mensile per inseguire un sogno prima di essere certi che sia sostenibile economicamente. Questo però non esclude il fare qualcosa in parallelo per costruire quello che vuoi fare davvero.
La seconda cosa che mi ha permesso di superare la paura di fallire è stata la determinazione: ero così determinata nel voler lavorare da casa che ho convogliato tutte le mie energie verso quell’obiettivo. Sfruttavo ogni momento libero per studiare, per ascoltare podcast o leggere libri e articoli che mi servivano per apprendere quello che non conoscevo. E poi cercavo di mettere subito in pratica quello che imparavo. Passavo le serate sul divano con in braccio il computer a creare il mio sito internet e a cercare di capire come utilizzare al meglio i social per trovare nuovi clienti. Tutto questo intervallato da pannolini, biberon e gestione della casa.
Quando è arrivato il primo cliente, frutto di tutto quello che avevo fatto, sono stata assalita da mille dubbi e domande e a quel punto non potevo far altro che provare e vedere cosa sarebbe successo. Ed è successo che è andata bene e che dopo quel cliente ne sono arrivati altri e che ogni volta che qualcosa non andava o un cliente nuovo non arrivava io non mollavo mai.
E quella del trovare i clienti è un’altra grande paura. Io penso che se dopo aver creato un’attività non si riescano a trovare clienti allora bisogna fermarsi, analizzare nel dettaglio ciò che si è fatto e riprovare una strada diversa. Tra l’altro, cosa importantissima, se non lo hai fatto fin da subito, bisogna fare il business plan e strutturare una strategia o rivederla man mano che si va avanti.
Nel mio percorso ci sono stati anche momenti molto difficili in cui mi sono detta “ma chi me lo fa fare?” e non ti nascondo che periodicamente mi capita ancora di dirmi questa frase, ma è solo un momento passeggero. Lo sconforto dura poco, perché prevale sempre il mio lato resiliente. Mi piego ma non mi spezzo. È questo che dico sempre alle persone che ho intorno e che mi sostengono nei momenti più duri.
E le altre persone son un altro elemento fondamentale per superare la paura di fallire. Una cosa che ho imparato è che circondarsi da persone positive e che ci sostengono è importante. Non è sempre detto che queste persone ci siano vicino o siano dei componenti della nostra famiglia. Possono essere anche persone che incontriamo lungo il cammino, con cui condividiamo sogni e ambizioni e che poi entrano a far parte della nostra quotidianità. In questo il mondo di internet è davvero potente. Io ho conosciuto prima online e poi in molti casi anche dal vivo, tantissime persone con cui mi sono confrontata, con cui ho collaborato e che hanno contribuito a farmi diventare la professionista che sono oggi, persone su cui so di poter contare e da cui ricevere sostegno e critiche costruttive che sono quelle da cui si può apprendere di più.
La paura di fallire è infine legata alla paura di perdere qualcosa che si ha, che da un lato come ho detto prima, riguarda la parte economica e dall’altro riguarda la perdita di autostima, il non credere in se stessi. Io la penso così: è meglio provare e non riuscire, piuttosto che non fare nulla. Secondo me ci si sente più perdenti quando non si tenta piuttosto che quando ci si prova e la cosa non va come desideriamo. Se facciamo e falliamo diventiamo più consapevoli e facciamo un’esperienza che in ogni caso ci arricchisce e ci fa crescere.
PS: puoi ascoltare l’audio di questo articolo nella puntata del mio podcast “Lavoro da Casa” intitolata “La paura di fallire“.